Si fa riferimento alla comunicazione della Struttura di supporto commissariale per l’emergenza COVID-19 del 7 giugno u.s., per fornire alcune indicazioni affinché si giunga alla somministrazione del vaccino Anti COVID-19 ai volontari del servizio civile universale di cui alla legge n. 64/2001 e al decreto legislativo n. 40/2017, tutti di età compresa tra i 18 e i 28 anni.
La precitata struttura commissariale, sentito anche il Ministero della salute, evidenzia, in tale nota, la necessità di “procedere, parallelamente, con la vaccinazione a favore dei Volontari del Servizio civile universale, anch’essi potenzialmente impiegabili, al pari delle organizzazioni di volontariato della Protezione Civile, in prima linea a supporto delle attività di contrasto e contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 in ambito sia nazionale sia internazionale”.
Tanto premesso, laddove le strutture regionali non abbiano già intrapreso o pianificato le attività di somministrazione dei vaccini per i volontari attualmente in servizio, o di prossimo impiego, si rappresenta l’urgenza di provvedere a rendere operativa tale indicazione.
Sono più di 55.000 gli operatori volontari che saranno avviati in servizio complessivamente a seguito del bando ordinario 2020 (42.000 dei quali al 20 luglio u.s. hanno già preso servizio); circa la metà di questi sarà impegnata in progetti per i quali la vaccinazione è essenziale, afferenti a programmi di intervento attivi nel settore dell’assistenza, in ambiti di azione riconducibili al “Sostegno, inclusione e partecipazione delle persone fragili nella vita sociale e culturale del Paese” e alla “Tutela del diritto alla salute per favorire l’accesso ai servizi e garantire l’autonomia e il benessere delle persone”, in strutture preposte all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria e dedicate alla “cura” dei fragili.
Considerate le peculiarità del servizio civile svolto dai volontari impegnati in progetti da realizzarsi all’estero (circa 700 volontari), prevalentemente in paesi extra UE, se ne sottolinea la necessità di eseguire la vaccinazione prima della partenza verso il paese di destinazione, per ragioni di sicurezza, oltre che per evitare che tali giovani debbano fare ritorno in Italia per sottoporsi alla seconda dose vaccinale, laddove prevista.
Quanto al tema della privacy, si ritiene che la soluzione più idonea sotto il profilo organizzativo, per accelerare le relative procedure, sia che gli enti di servizio civile segnalino direttamente alle competenti strutture sanitarie i nominativi degli operatori volontari già in servizio, o di prossimo impiego, da sottoporre a vaccinazione, dopo aver acquisito il consenso degli stessi.
IL CAPO DIPARTIMENTO
cons. Marco De Giorgi