Disuguitalia 2021

Report disuguaglianze 2021 e dossier Caritas 2019/2020

Il panorama delle disuguaglianze economiche e sociali in Italia all’epoca del COVID-19 , già prima della pandemia, erano particolarmente radicate a causa del costante aumento avuto negli ultimi venti anni. Stando al report “Disuguitalia 2021”, a metà 2019, il top-10% (in termini patrimoniali) della popolazione italiana possedeva oltre 6 volte la ricchezza della metà più povera della popolazione. Circa 10 milioni di nostri concittadini più poveri non avevano nessun cuscinetto finanziario per resistere autonomamente allo shock pandemico.

Secondo i dati della Banca d’Italia raccolti nel 2020: a fine estate nel 20% delle famiglie con figli minori di 14 anni uno o tutti e due i genitori avevano ridotto l’orario lavorativo o rinunciato al lavoro per accudirli, mentre il 30% dichiarava di non disporre di risorse sufficienti per far fronte a spese essenziali nemmeno per un mese, in assenza di altre entrate.

Al contrario, dall’inizio della pandemia, la ricchezza di 36 miliardari della Lista Forbes è aumentata di oltre 45,7 miliardi di euro, più del doppio del costo sostenuto dallo Stato per il personale sanitario nei primi nove mesi dell’anno. Le misure del 2020 di sostegno pubblico al reddito, al lavoro e alle famiglie, hanno contribuito ad attenuare gli impatti della crisi e a ridurre moderatamente i divari retributivi e reddituali e la crescita della povertà.

Si comprende che l’interruzione o l’attenuazione prematura delle misure di supporto pubblico può alimentare povertà e disuguaglianze.

La salute, l’accesso a un’istruzione di qualità, la disponibilità di una abitazione adeguata, le incertezze connesse alle condizioni del lavoro, il grado di riconoscimento da parte della collettività del proprio ruolo e delle proprie aspirazioni (tutti fattori imprescindibili per una vita dignitosa) non sono alla portata di tutti. I Community Center, ossia i centri di ascolto, rilevamento dei bisogni e di orientamento e supporto, nelle proprie indagini qualitative hanno rilevato un forte peggioramento delle condizioni economiche e occupazionali dei propri utenti. Molte persone sono state sempre più escluse dai servizi, a causa di una pubblica amministrazione spesso impotente nel far fronte ai bisogni crescenti, di un’informazione carente, unita alla bassa alfabetizzazione digitale dei più fragili e ad una scarsa consapevolezza dei propri diritti in materia di lavoro e protezione sociale.

L’azione dei Community Center promuove il welfare comunitario che ripartisce tra una pluralità di soggetti singoli e collettivi i compiti per il mantenimento del benessere nelle comunità locali.

Le istituzioni nazionali e locali devono facilitare un simile approccio, rafforzando la propria azione di coordinamento a favore di progetti proposti dalla cittadinanza attiva e dal terzo settore.

Per affrontare le vulnerabilità e i divari crescenti è necessario agire in diversi ambiti: ridare potere al lavoro; rafforzare la redistribuzione nel sistema nazionale di imposte e trasferimenti; investire in un’istruzione pubblica di qualità e nel contrasto alla povertà educativa; favorire la mobilità intergenerazionale e garantire uguaglianza di opportunità. Il dossier regionale Caritas Campania mostra l’evoluzione dei dati dell’utenza negli anni 2019 e 2020. Nel 2020 si è riscontrato un aumento dell’80% di persone che si sono rivolte ai CdA Caritas. Tra i dati più interessanti vi è quello relativo alla cittadinanza, con l’aumento del 112,6%, della componente italiana. Tra il 2019 e il 2020 Caritas ha aumentato gli interventi di distribuzione di beni e servizi materiali, passati dal 62,1% al 105,3%. Molte mense e tanti servizi hanno continuato a funzionare anche durante il periodo del lockdown, trasformandosi in un servizio di asporto che evitasse il rischio di contagio,

Le Caritas diocesane, parrocchiali e decanali,( che hanno perso come angeli martiri del covid diversi volontari sul campo) da circa due anni dalla “pandemia sociale”, si sono ritrovate con un eccessivo carico di lavoro, dovendo provvedere anche a favorire ed integrare le misure governative, regionali e locali.

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