E’ stato presentato venerdì19 novembre, a Napoli, a Palazzo Santa Lucia (sala Giunta regionale), il Dossier regionale povertà 2020-2021 riguardante la Campania. Dopo i saluti del delegato regionale della Caritas, Carlo Mele, di don Enzo Cozzolino Direttore Caritas Napoli, del direttore di Dipartimento studi politici e sociali dell’Università di Salerno, Gennaro Iorio, si è tenuta la presentazione del Dossier regionale a cura di Ciro Grassini e Serena Quarta. In seguito l’intervento dell’assessore regionale alle Politiche sociali, Lucia Fortini, e le conclusioni di mons. Antonio Di Donna, presidente della Conferenza episcopale campana.
Papa Francesco ci dice che la povertà mette a rischio la stabilità delle nostre stesse democrazie, il loro fondamento. Afferma il papa che la povertà «non è frutto del destino ma conseguenza dell’egoismo” e che ”è decisivo dare vita a processi di sviluppo in cui si valorizzano le capacità di tutti, perché la complementarità delle competenze e la diversità dei ruoli porti a una risorsa comune di partecipazione. Ci sono molte povertà dei “ricchi” che potrebbero essere curate dalla ricchezza dei “poveri”, se solo si incontrassero e conoscessero!». Occorre un diverso approccio ai poveri: «non possiamo attendere che bussino alla nostra porta, è urgente che li raggiungiamo nelle loro case, negli ospedali e nelle residenze di assistenza, per le strade e negli angoli bui dove a volte si nascondono, nei centri di rifugio e di accoglienza…È importante capire come si sentono, cosa provano e quali desideri hanno nel cuore». «I poveri – diceva don Primo Mazzolari – non si contano, si abbracciano».
In questa ottica va analizzato il Dossier Regionale sulle povertà, una pubblicazione annuale della Delegazione regionale Caritas, coordinata dal dottor Ciro Grassini, che ha raccontato in questi anni il fenomeno della povertà nella regione, mostrando il profilo delle persone che si rivolgono alla Caritas, e la sua evoluzione nel tempo.
Lo scorso anno però, in piena pandemia, si è stabilito di non pubblicare il dossier. Si è deciso, invece, di attendere la conclusione del 2020, per poter comparare quanto avvenuto durante la pandemia, rispetto a ciò che accadeva precedentemente all’avvento del Covid-19. Questo dossier riporta sia i dati del 2019, sia quelli del 2020, mostrando come la situazione sia mutata in termini di utenza e di risposte che le Caritas della Campania hanno dovuto fornire.
Il primo dato che emerge con forza è un incremento di persone che si sono rivolte ai CdA Caritas in rete nel 2020 di circa l’80%, rispetto all’anno precedente (dalle 8.173 presenze del 2019 alle 14.662 del 2020). Nella maggioranza dei casi si tratta di nuclei familiari ed è stato possibile stimare che nel 2019 le persone che hanno ricevuto direttamene o indirettamente aiuto dai CdA in rete sono state oltre 25.000, mentre nel 2020 sono state circa 45.000. Dagli archivi e dai database della Caritas è emerso che l’incremento è dovuto a persone che per la prima volta si rivolgevano alla Caritas per chiedere aiuto e che sono state indotte a chiedere supporto a causa dello stallo e della chiusura forzata.
Tra i dati più interessanti a riguardo vi è quello relativo alla cittadinanza. L’incremento del numero di utenti ha riguardato, infatti, soprattutto gli italiani, che sono passati dai 5.413 del 2019 agli 11.511 del 2020. In pratica l’aumento della componente italiana è stato del 112,6%, ovvero è più che raddoppiato e circa 8 persone su 10 che si sono rivolte alle Caritas nell’ultimo anno sono di cittadinanza italiana. Altri dati utili sono relativi alle situazioni di convivenza e allo stato civile. Tra il 2019 ed il 2020 sono aumentate di 10 punti percentuali le persone rivoltesi alla Caritas che vivono con familiari o parenti e il 75% di coloro che si sono rivolti alla Caritas nel 2020 ha avuto o ha in essere un matrimonio, quindi se le famiglie campane erano già in difficoltà prima dell’arrivo della pandemia, la loro situazione socio-economica si è ulteriormente aggravata. Le tante persone che si sono rivolte alla Caritas per la prima volta nel 2020 hanno un’età maggiore di 35 anni e tra il 2019 ed il 2020 ad andare maggiormente in difficoltà sono stati gli italiani in età lavorativa e con famiglia. Relativamente alla condizione occupazionale, le persone disoccupate sono passate dalle 3.613 del 2019 alle 6.523 del 2020. La variazione più significativa è rappresentata però da coloro che hanno un lavoro nero o irregolare: dal 7,6% del 2019 al 18,2% del 2020, il che significa che sono state colpite persone che sono coinvolte nel mercato del lavoro irregolare che permette una vita più che dignitosa, ma che non garantisce alcuna tutela, soprattutto nei periodi di improvvisa crisi. Negli ultimi anni, grazie agli aiuti dello Stato, la percentuale delle persone che si rivolgevano alla Caritas era gradualmente diminuita. Nel 2020, è nuovamente aumentata, così come sono cresciute le persone con problematiche occupazionali.
Tra il 2019 e il 2020 Caritas ha aumentato gli interventi di distribuzione di beni e servizi materiali, passati dal 62,1% al 105,3%, anche mediante distribuzione domiciliare, in collaborazione con altri enti. Circa 10.000 famiglie hanno avuto bisogno di almeno un pacco viveri per mangiare nel 2020. A queste famiglie si aggiungono le 2.400 che hanno usufruito di empori e market solidali, nonché le oltre 2.000 famiglie che hanno usufruito di buoni pasto. Tutto ciò testimonia una povertà alimentare davvero enorme e senza precedenti ai tempi attuali. Molte mense, in cui l’accesso avviene spesso senza registrazione, hanno continuato a funzionare anche durante il periodo del lockdown, trasformandosi in un servizio di asporto che evitasse il rischio di contagio.
Le Caritas diocesane, a più di un anno dalla “pandemia sociale”, si sono ritrovate con un eccessivo carico di lavoro, dovendo provvedere anche a favorire ed integrare le misure governative, regionali e locali. Nonostante lo sforzo della politica nel prevedere rapidamente misure di sostegno al reddito, la farraginosità del sistema italiano ha finito per impedire la piena realizzazione degli effetti sperati. Per noi il povero è Gesù. Diceva San Paolo VI il povero Sacramento di Dio.Partendo dall’ascolto dei nostri fratelli. Infatti il Nostro Arcivescovo don Mimmo Battaglia, nella lettera sua Pastorale Ascolta, dice chiaramente che l’ascolto dei nostri fratelli in difficoltà, lontano dalle gratificazioni e dai riconoscimenti, è l’unica via per scoprire l’Eterno in ogni attimo che viviamo.
L’equipe Caritas diocesana di Napoli